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Nel convento-carcere.
P. Metodij fu a Podolínec soltanto per un breve periodo di tempo, perché come viceprovinciale dei redentoristi, era spesso interrogato e portato da un posto all'altro. Nel mese di maggio lo condussero a Leopoldov e da qui a Báč. Della cella d'interrogatorio a Leopoldov ricorda il suo confratello e compagno di prigione, che ne ha mandato informazione ai superiori a Roma dopo la sua emigrazione: "Nei mesi di maggio e giugno 1950 cinque nostri padri (P.P.Trčka, Fail, J.Ďurkáň, Szitas ed io) furono prelevati negli edifici adiacenti alla prigione e gettati nel terribile carcere di Leopoldov, dove abbiamo sofferto per quasi 40 giorni in camicia e pantaloni, a piedi scalzi, senza alcun lavoro, senza la s. messa, breviario, rosario, sotto la luce forte di giorno e di notte, ogni minuto sotto lo sguardo dei peggiori custodi, subendo inoltre terribili interrogatori durante il giorno e la notte con tutti i mezzi forzati, psichici e fisici insieme, che la moderna criminologia comunista aveva a disposizione. Detto umanamente, era quasi insopportabile. In ogni momento si desiderava morire piuttosto che vivere. Non sapevamo l'uno dell'altro. Per fortuna, tre giorni prima dell'arresto di tutti religiosi, ho bruciato quasi tutto l'archivio viceprovinciale, cosicché non avevano nessun documento scritto contro di noi, parimenti noi tutti abbiamo denunciato vagamente. Dunque dopo 40 giorni nella cella d'interrogatorio siamo stati trasferiti con gli altri nel convento-carcere". Nel mese di settembre fu abolito il campo internato di Baca e tutti i suoi abitanti furono trasferiti a Podolinec.
Da qui il 25 Novembre 1950 su ordine della polizia segreta di Stato di Presov fu preso nella cella di interrogatorio , ma nel mese di dicembre 1950 era di nuovo a Podolinec. Il testimone oculare degli eventi ha scritto su questo: "Ma di nuovo il 25 novembre 1950 siamo stati (P.Trčka, Fail, J.Ďurkáň, ed io) trascinati via da Podolínec a Prešov nella nuova cella d'interrogatorio, dove abbiamo sofferto 30 giorni di grande tortura. Qui, sotto la guardia di NKVD, era peggio che a Leopoldov. Ma anche in questa prigionia ci ha aiutato chiaramente la speciale grazia di Dio, e noi Natale abbiamo potuto celebrare la festa con gli altri a Podolínec." Questi continui trasferimenti dal campo all'interrogatorio, con andata e ritorno, contribuirono certo a fiaccare fisicamente e psichicamente la salute dell'uomo più anziano. Ma il suo carattere equilibrato e la fiducia in Dio lo aiutavano sempre a sopportare anche queste difficoltà. Il redentorista P. Michal Rusnak, più tardi vescovo di Totonto, passò con P. Metodij qualche settimana a Podolínec. Durante questo periodo si accorse che P. Metodijio, dopo lo shock iniziale per tutto ciò che era successo, si riprese e di nuovo acquistò il suo equilibrio spirituale e il suo buon umore. Provava gioia quando i giovani confratelli lo venivano a visitare, e sempre dava loro le cose che aveva ricevuto. Sempre aggiungeva anche qualche battuta, affinché i confratelli avessero buon umore e serenità.
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